Il viaggio del ritorno mi è sembrato interminabile. Da Bari all’aeroporto di Roma, prima. Poi il ritardo del volo per Palermo per giungere a casa alle 21.00. Eppure nell’attesa, mentre prendevo un caffè al bar, scrutando gli aerei fuori dalle vetrate e sgranocchiando taralli (pensavo di esserne sazia ma mi sbagliavo), cominciavo a metabolizzare.
Cosa mi è accaduto? Come ho letto in un post di Marco, neanche io so se veramente sono una pellegrina. La sola cosa di cui sono certa è che far parte del gruppo è stata la cosa più bella che mi potesse capitare.
Farò tesoro dei momenti trascorsi. Di ciò che ciascuno di voi mi ha trasmesso lungo il cammino, delle belle persone incontrate in Puglia.
Marco avevi ragione: il Pellegrinaggio ti cambia. Ti fermi a pensare e questo è il segreto.
Ti fa recuperare ciò che prima sembrava perso: il tempo, il senso delle cose.
Il contatto con la natura, con persone che non conoscevi e con cui ti confronti ti aiuta a scoprire aspetti di te del tutto nuovi.
Così conosci Rosanna, Paola, Tommaso, Isabella, Marco, Diego, Serena, Paolo, Pier, Stefano, e ciascuno di loro ti offre uno spunto per capire meglio chi sei e chi vuoi diventare.
Questo secondo me il senso del Pellegrinaggio. Lo stare insieme che ti cambia e ti lascia dentro la voglia di un arrivederci.
Chissà mi chiedo come saremo cambiati al prossimo incontro. Chissà cosa avremo da raccontarci. Se partiremo dallo stesso punto in cui ci siamo lasciati.
E adesso? Comincio a sentire tanta malinconia. I taralli stanno terminando, e pure i confetti. Ho un sacco di roba da scrivere, ma soprattutto tanti ricordi che spero mi faranno compagnia fino al prossimo rifornimento.
Francesca
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